L’Italia, nel 2019, ha registrato un incremento della produzione e della trasformazione dei prodotti ottenuti da agricoltura biologica e biodinamica, tale da divenire leader del settore. Questa rapida crescita ha confuso i consumatori con una mescolanza di informazioni; cerchiamo pertanto di fare chiarezza in merito a somiglianze e differenze tra biologico e biodinamico.
L’agricoltura biologica non utilizza prodotti chimici di sintesi o organismi geneticamente modificati, prediligendo tecniche come: la selezione di specie locali più resistenti, il sovescio per favorire la fertilità del terreno e la rotazione delle colture per non sfruttare eccessivamente i nutrienti naturali del terreno ed evitare l’adattamento dei parassiti. I fertilizzanti sono esclusivamente naturali, e per difendere le colture si può ricorrere o all’impiego di sostanze di origine vegetale e minerale, o di insetti predatori di parassiti.
L’agricoltura biodinamica, per molte cose simile a quella biologica, ha come obiettivi principali l’accrescimento e il mantenimento della fertilità della terra attraverso la cura dell’Humus: il complesso di sostanze organiche naturalmente presenti nel terreno. Tutto ciò rispettando ritmi e cicli della natura, e senza mai perdere di vista la qualità dei prodotti e il rafforzamento delle sementi.
Dove allora le differenze tra i due metodi? L’agricoltura biodinamica si serve anche di alcuni strumenti come: le rotazioni agricole, il compostaggio, il calendario lunare e planetario per le semine, e infine i preparati biodinamici a base di letame, minerali, fiori, cortecce e piante da orto.
Questo vuole essere solo un piccolo aiuto per imparare ad orientarsi nel mondo del bio e per comprendere come queste tecniche agronomiche possano rappresentare un’alternativa efficace e sostenibile all’agricoltura intensiva.
Contenuti a cura di Madegus
Fonti dati: ismea; federbio.it; agricolturabiodinamica.it